Che cos’è la CIC?

Una cooperativa integrale è uno strumento per costruire un contro-potere di base autogestito, auto-organizzato e con democrazia diretta. Questo strumento può aiutare a superare l’attuale stato di totale dipendenza dalle strutture dei sistemi e degli stati, attraverso uno scenario di totale libertà e in cui ciascun individuo può svilupparsi con condizioni paritetiche e pari opportunità.

È una proposta alternativa di disobbedienza e di autogestione generalizzata per ricostruire la società dal basso (in tutti gli ambiti e in modo integrale) e recuperare le relazioni umane, affettive, di prossimità e basate sulla fiducia.

La Cooperativa Integrale Catalana comincia il suo cammino nel maggio 2010, quando si realizza la prima assemblea costituente, e si definisce come segue:

  • Cooperativa: come progetto che pratica la autogestione economica e politica con la partecipazione egualitaria dei suoi membri. Prende anche legalmente questa forma giuridica.
  • Integrale: per unire tutti gli elementi di base di una economia cioè la produzione, il consumo, il finanziamento (con moneta propria) e, nello stesso tempo, perché vuole integrare tutti i settori delle attività necessari per vivere: alimentazione, abitazione, salute, educazione, energia, trasporto, etc.
  • Catalana: perché si organizza e funziona principalmente nell’ambito territoriale catalano.

La legalità delle cooperative integrali: proteggere l’autogestione dall‘azione della banca e dello Stato

Nello Stato spagnolo esistono due livelli di legislazione per le leggi delle cooperative: la legge statale e le rispettive leggi autonome (quasi una per comunità autonoma).

All’interno di questa legislazione, costituiamo cooperative, che è la forma giuridica più versatile e contemporaneamente la più coerente con i nostri obiettivi:

  • Permette la limitazione della responsabilità civile (i debiti individuali dei soci non si possono reclamare alla cooperativa e i debiti della cooperativa non si possono reclamare ai soci).
  • Gli statuti e il regime interno permettono di proteggere il funzionamento orizzontale e assembleario dal controllo statale.
  • Permette l’esistenza di differenti tipi di associati, secondo le necessità individuali e collettive, e secondo la periodicità e il pagamento delle quote, che non è necessario che sia in forma monetaria.
  • Si genera capitale sociale con la contribuzione degli associati, i quali possono essere rimborsati entro un periodo massimo di 5 anni dal momento in cui gli stessi potrebbero richiederli.
  • Permette di proteggere l’attività economica tra gli associati.
  • Permette di realizzare attività economica esterna perché si dispone di una partita IVA con la quale si possono emettere fatture a terzi (entità al di fuori dalla cooperativa).
  • Serve per il registro legale degli immobili (catasto), per gestire contratti di affitto, di cessioni e di compravendita, per promuovere progetti autogestiti collettivi e di vita comunitaria, proteggerli dalla proprietà privata e promuovere la collettivizzazione.
  • Permette la coesistenza di soci di servizio, di consumo, di lavoro e volontari allo stesso tempo.

Utilizziamo le cooperative come uno strumento collettivo per rompere i paradigmi un progetto, una cooperativa

In generale, utilizziamo le cooperative di consumatori (e utenti) e di servizi, cioè, cooperative miste, per realizzare l’attività economica, la gestione degli associati e del capitale sociale generale della cooperativa integrale. D’altra parte, utilizziamo le cooperative di consumatori (e utenti) per la gestione di beni immobili. Si devono analizzare con attenzione le differenti legislazioni in vigore perché, per esempio, la legislazione statale e alcune autonome utilizzano il termine “cooperativa integrale” in aggiunta (o invece) di “cooperative miste” (utilizzato nella legge catalana, per esempio). Questo tipo di cooperative, di multiple attività, compie il fine proprio di differenti classi di cooperative. Non possiamo ovviare a che la costituzione e il mantenimento di una cooperativa sia un compito che richiede la interazione burocratica con la struttura dello Stato, e per questo non è questione di costituire una cooperativa per ognuna delle iniziative autogestite che nascano. La chiave sta nell’utilizzare le cooperative come strumenti collettivi, riducendo al massimo la gestione e l’impiego di tempo in tutto il tortuoso processo burocratico.

Organizzarci in cooperative ci può servire per vivere senza banche e senza preoccuparci per i nostri debiti anteriori. C’è da tener presente che il pignoramento che subisce una persona include le sue partecipazioni sociali in imprese, ma ha un’eccezione: la quota sociale (versata) a una cooperativa non è pignorabile secondo quanto consta nelle diverse leggi delle cooperative.

Quella proprietà che passa ad una cooperativa i cui statuti impediscano le speculazioni e il lucro, è una proprietà che esce dal capitalismo e dallo Stato e passa ad essere un bene comune.